Titolo |
Montagne per un uomo vero |
Autore | Pierre Mazeaud |
Anno | Ottobre 2011 |
Pagine | 268 |
Formato | 15,5 x 23,5 cm Hard cover, rilegatura a filo refe, sovracoperta |
Questa è la storia di un grande uomo e grande alpinista francese. Pierre Mazeaud balzò agli onori della cronaca internazionale come uno dei superstiti, assieme a Walter Bonatti, alla grande tragedia del Pilone Centrale del Freney, sul Monte Bianco, nel 1961. Partiti per quello che era considerato il più grande problema alpinistico del momento, il Pilone Centrale volle le sue vittime, scagliando addosso al gruppo italo-francese la furia di una bufera che durò vari giorni e che richiese il costo di quattro vite umane.
Pierre Mazeaud ha una lunga carriera alpinistica alle spalle, con delle numerose prime ascensioni nelle Alpi e prime ascensioni invernali, legato spesso in cordata con alpinisti italiani del calibro di Roberto Sorgato, Ignazio Piussi e Walter Bonatti.
Con essi ha compiuto prime ascensioni come la via del Miracolo sulla Nord-Ovest del Monte Civetta, la parete Est delle Petite Jorasses con Walter Bonatti, col quale instaurò un legame fraterno dopo la tragedia del 1961. Molte altre sono le sue imprese, come la prima ascensione sulla parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo (la via Couzy) con Renè Desmaison e le molte vie nuove nel gruppo del Monte Bianco, come la temuta parete Ovest del Blaitière con John Harlin.
La vita di Mazeaud è stata caratterizzata da un percorso parallelo che, intraprendendo la strada politica, lo ha visto quattro volte Ministro, Presidente della Legion d’Onore Francese e Presidente della Corte Costituzionale di Francia.
Un libro che, grazie ai racconti forti e frizzanti di Mazeaud, entra a pieno titolo tra i libri classici dell’alpinismo. Uno stile unico, ricco di umanità, amore per la montagna, amicizia... e tanta, tanta voglia di calcare in eterno le magnifiche vette delle sue montagne.
Dalla prefazione di WALTER BONATTI:
Queste pagine autobiografiche sono un documento umano
e un esempio per la nuova generazione di alpinisti. Ma sono
anche, permettimi di dirlo, caro Pierre, un soffio d’aria fresca
e salutare in un mondo di deboli dal cuore infiacchito.