Autore | Simon Yates |
Anno | Giugno 2011 |
Pagine | 212 |
Formato | 15,5 x 23,5 cm Hard cover, rilegatura a filo refe, sovracoperta |
La storia di questo scalatore è famosa in tutto il mondo e il suo nome è indissolubilmente legato alla vicenda del Siula Grande, sulla cui parete Ovest si è svolta una delle più incredibili vicende alpinistiche di ogni tempo. Simon Yates e il suo compagno Joe Simpson, dopo aver salito una via nuova sulla montagna, si calano in condizioni disperate a causa della caduta di Joe che gli ha provocato la rottura di una gamba. La logica di sopravvivenza impone che in simili situazioni e in luoghi così remoti - tanto da essere impossibile un soccorso - il superstite non metta a repentaglio la propria vita per tentare di salvare un compagno ormai perduto. Simon, però, questo non lo fa e con la forza che solo un ragazzo di 22 anni può avere, ha messo a repentaglio la propria vita per portare in salvo il compagno. A pochi passi dalla salvezza, però, il destino segue il suo corso.
Simon Yates è oggi conosciuto - ingiustamente - come “l’uomo che ha tagliato la corda”. In realtà, si tratta di uno dei migliori alpinisti britannici, la cui brama di avventura lo ha portato tra le grandi montagne del Nepal, del Pakistan e del Sud America. Sue sono numerose prime ascensioni sui picchi inviolati della catena himalayana e del Tien Shan, oltre alla lunga lista di ripetizioni sulle grandi vie delle Alpi.
Un libro in cui traspare la tipica evasione degli alpinisti inglesi negli anni ’80, il cui unico obiettivo era scappare dalla routine casalinga e vivere alla grande una vita tra rocce e aria. Questo libro racconta la vita di Simon Yates come alpinista estremo, un testo tradotto in tutto il mondo e che mancava solo in Italia.
E’ la chiusura, con la giustificazione ampia da parte della comunità alpinistica internazionale, di una vicenda che ha segnato a lungo la sua vita. Il tutto con la difesa incondizionata del protagonista principale, quel Joe Simpson che all’autore ha voluto dedicare il suo libro Touching the Void con queste semplici e risolute parole: “A Simon Yates, per un debito che non potrò mai saldare”.
Dalla prefazione di ROBERTO MANTOVANI:
Siamo di fronte a tutta un’altra storia rispetto a quella
scandita dai soliti racconti autobiografici che sciorinano come litanie
liste di scalate, dalle più facili alle più estreme, in un crescendo continuo
fino all’apoteosi del protagonista, con una sequela di pagine
in cui la montagna appare come una specie di palestra a cielo aperto
e la sfida è costituita solo dalla ricerca del risultato migliore, del
virtuosismo o del gesto perfetto. Per questo le vicende raccontate
da Simon Yates sembrano – sono – pagine che arrivano da un altro
mondo. Anzi: da una dimensione che una volta tutti sognavamo e poi
abbiamo scelto di declinare in una maniera diversa...