Utilita manuali

Corde Uso-Manutenzione-Accorgimenti

cordaUso e cura delle corde , manuale a cura di Mammut

PER QUALE UTILIZZO MI SERVE
Il tipo di impiego determina qual è la corda ottimale, e può risultare opportuno utilizzare corde
diverse a seconda dell’uso previsto. Ad esempio, in arrampicate dove la corda è soggetta a
forte abrasione, o durante ripetuti tentativi di passaggio, oppure nell’impiego >Top Rope è
importante usare una corda con calza relativamente spessa. Per un utilizzo alpino (soprattutto
su ghiaccio) è consigliata una corda Super-Dry; su roccia con spigoli molto taglienti o su discese
lunghe a corda doppia l’ideale sono corde gemellari o mezze corde.
Di seguito sono illustrati alcuni casi di utilizzo-tipo delle diverse corde.

Arrampicata alpina
ad es.: Dolomiti, Grigna, ecc.
Appena ci si arrampica su rocce difficili con
difficoltà omogenee e dove è possibile cadere
in ogni momento, bisogna arrampicare in
modo classico (da sosta a sosta). Utilizzare
corde singole, gemellari o mezze corde dipende
soprattutto se si scende in arrampicata o a
corda doppia. Roccia scalinata richiede spesso
tiri di corda corti.
Lunghe vie su ghiaccio o su terreno misto
ad es.: Sperone Walker, vie difficili con passaggi
bagnati, ecc.
Solo corde gemellari o mezze corde garantiscono
quella maggiore sicurezza che permette
di affrontare con tranquillità lunghe discese
su terreni difficili. Trattamento Super-Dry,
maneggevolezza e peso leggero assicurano al
rocciatore – nella discesa – rapidità senza
dispendio energetico. Tiri di corde lunghi, in
particolare su pareti di ghiaccio, permettono
di ridurre il numero di soste e di arrampicare
più velocemente.
Arrampicata su ghiaccio/Drytooling
Le esigenze sono simili a quelle dell’arrampicata
sportiva, ma il trattamento Super-Dry
della corda è fondamentale. Su vie miste chiodate
una corda singola può offrire una maggiore
maneggevolezza; su roccia con spigoli
vivi la maggiore sicurezza delle corde gemellari
rappresenta spesso la “differenza”. Su vie
miste friabili con scarsa e malsicura chiodatura
la tecnica delle mezze corde distribuisce
più uniformemente, sulla catena di sicurezza,
l’eventuale sollecitazione in caso di caduta.
Arrampicate in alta montagna
ad es.: Jungfrau, Cervino, Biancograt, ecc.
Su vie classiche con terreni misti e singoli
passaggi di 4° e 5° grado normalmente si
scende in arrampicata e non ci si cala in doppia.
Risulta quindi più vantaggioso l’uso di
una corda singola o di una mezza corda presa
doppia, in quest’ultimo caso però utilizzando
metà corda. La corda singola è più facile da
usare della mezza corda o della gemellare.
Anche in questo caso si consiglia una corda
Super Dry.
PER QUALE UTILIZZO MI SERVE
Il tipo di impiego determina qual è la corda ottimale, e può risultare opportuno utilizzare corde
diverse a seconda dell’uso previsto. Ad esempio, in arrampicate dove la corda è soggetta a
forte abrasione, o durante ripetuti tentativi di passaggio, oppure nell’impiego >Top Rope è
importante usare una corda con calza relativamente spessa. Per un utilizzo alpino (soprattutto
su ghiaccio) è consigliata una corda Super-Dry; su roccia con spigoli molto taglienti o su discese
lunghe a corda doppia l’ideale sono corde gemellari o mezze corde.
Di seguito sono illustrati alcuni casi di utilizzo-tipo delle diverse corde.
Arrampicata sportiva alpina
ad es.: Collodri, ecc.
Le corde gemellari garantiscono una sicurezza
aggiuntiva e discese a corda doppia più
lunghe. Il trattamento Super Dry risulta particolarmente
utile in caso di peggioramento
delle condizioni meteo. La resistenza sugli
>“spigoli vivi” viene ulteriormente incrementata
con l’uso di corde gemellari o mezze
corde.
Arrampicata sportiva
ad es.: Arco, Francia meridionale, Tailandia, ecc.
Cadute occasionali richiedono l’uso di una
corda affidabile. La forza d’arresto può essere
limitata con appropriate tecniche facendo
sicura dinamica. Maneggevolezza e peso
devono essere quindi ottimali per “prestazioni
estreme”. Corde più lunghe (70/80 metri)
diventano necessarie in molte “palestre” di
arrampicata sportiva con discesa dal >vertice
della sosta.
Arrampicata in palestra artificiale
Le resine sintetiche utilizzate nelle palestre
usurano in modo più rapido una corda: sono
necessarie corde più robuste e con una calza
più spessa.
Workout con molte cadute
ad es.: Allenamento in falesia
Frequenti cadute usurano fortemente la corda.
Per questi scopi sono richieste corde resistenti
come “muli”.
Top Rope/Corsi
Molto attrito, forte usura: sono determinanti
calze progettate per essere particolarmente
robuste. Quando sono possibili solo cadute
da secondo di cordata, può essere usata una
mezza corda.
Arrampicata Big Wall
ad es. El Capitan, Val di Mello, ecc.
La tecnica Big Wall richiede, normalmente,
una corda singola per l’arrampicata ed una
corda statica per il recupero del sacco-materiale.
E´indicata una corda che offre un ampio
margine di sicurezza e con una calza particolarmente
robusta. Sono avvantaggiate le corde
testate per resistere su >“spigolo vivo”.
Soccorso
ad es. soccorso alpino
Le corde per il soccorso alpino necessitano,
come caratteristiche principali, di un altissimo
grado di sicurezza e di un allungamento
ridotto.
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CONSIGLI PER
L’ACQUISTO
Nel mondo delle corde dinamiche esistono
principalmente tre tipi di corde, ciascuna
delle quali adatta ad un diverso uso e testate
secondo diverse norme.
Corde Singole
Le corde singole sono lo “standard normale”
di una corda da arrampicata. A seconda del
diametro e della lunghezza si utilizzano nella
maggior parte dei casi. Il vantaggio principale
è l’estrema maneggevolezza. Uno svantaggio
è però rappresentato dal fatto che – in
caso di distanze fra i punti di sosta maggiore
alla metà della lunghezza della corda – non
possono essere scalate mantenendo la possibilità
di successiva discesa a corda doppia.
Le corde singole vengono prodotte con diametri
da 9,4 a 11 millimetri e pesano da 57 a
82 grammi per metro. Sono progettate per
reggere ad almeno 5 cadute normate (con
peso di caduta di 80 kg).
QUALI TIPI DI CORDA ESISTONO
1
Le corde singole sono
molto facili da usare e
trovano un ampio impiego
(a parte su vie molto
lunghe).
La nastratura in prossimità
del fine-corda indica
il tipo di corda dinamica.
Corde gemellari
Le corde gemellari vengono usate in coppia
agganciando sempre entrambe le corde in
ogni rinvio (tecnica gemellare). Le corde
gemellari offrono una sicurezza aggiuntiva
(>ridondanza), garantendo così – in particolare
su >“spigoli vivi” – una maggiore sicurezza
in caso di caduta. Risultano inoltre particolarmente
indicate per arrampicate alpine
o vie impegnative, facilitando un’eventuale
ritirata. Offrono massima sicurezza e permettono
discese a corda doppia per tutta la
lunghezza. Vengono prodotte con diametri
che vanno da 7,5 a 8 millimetri e pesi che variano
da 38 a 45 grammi per metro. Usate doppie
pesano tanto quanto le corde singole più
pesanti. Per norma devono garantire in coppia
12 cadute normate (con peso di caduta di
80 kg).
Mezze-corde
Le mezze-corde – per quanto riguarda robustezza
e peso – sono a “metà strada” tra le
corde singole e quelle gemellari, ed offrono
standard di sicurezza solo se usate in coppia.
Possono venire utilizzate sia come corde
gemellari – facendole passare in coppia negli
stessi punti di sicura – oppure con la tecnica
della mezza corda, alternando il rinvio sui
punti di ancoraggio. Tale tecnica riduce l’attrito
in caso di rinvii lontani e non allineati,
limita la forza d’arresto e può essere particolarmente
utile in caso di vie “pulite” che possono
solo essere assicurate con dadi o simili.
Con le mezze corde deve essere usato un
metodo di sicura che permetta lo scorrimento
indipendente delle due corde. Le mezze corde,
usate singolarmente, devono sostenere
5 cadute normate (con peso di caduta di 55 kg).
Vengono prodotte con diametri da 8 a 9 millimetri
e pesi da 42 a 55 grammi per metro.
Sono particolarmente indicate – se usate singolarmente
– per la sicura dei due secondi di
cordata.
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CONSIGLI PER
L’ACQUISTO
1 2
Le mezze-corde permettono
di effettuare un rinvio
alterno su vie con
ancoraggi distanti tra di
loro.
Le corde gemellari offrono
alta sicurezza.
Da oltre 140 anni impieghiamo tutta la nostra esperienza e la nostra competenza per produrre
le migliori corde possibili. Ogni corda lascia la nostra azienda dopo aver superato una serie di
rigidi test, e con la distribuzione nei migliori negozi finisce la nostra sfera di influenza sul prodotto.
Con l’acquisto da parte del consumatore inizia la vita della corda. Ma inizia anche la responsabilità
dell’utilizzatore, perché la migliore corda può garantire le migliore performance
solo se viene impiegata in modo corretto e trattata adeguatamente. Le corde Mammut non
necessitano di particolare >manutenzione, ma alcune regole fondamentali dovrebbero essere
seguite da ogni arrampicatore o alpinista. Tutto ciò per far sì che il suo mezzo di sicurezza più
importante gli garantisca un lungo divertimento.
Cura della corda
Ogni corda è un prodotto di consumo, e dunque
soggetto a usura. Tale usura differisce
però in modo sensibile a seconda di come viene
usata la corda. Se utilizzata in modo classico
(arrampicata in modo alternato) e senza
cadute, la corda subisce la sollecitazione
minore. In questi casi solo la calza – dopo
alcuni anni – diventa più sottile, in quanto
soggetta ad attrito su roccia o ghiaccio.
L’uso ripetuto in arrampicata con tiri molto
angolati o recuperi su spigoli è causa di una
maggiore usura e di attorcigliamento; anche
le discese – per esempio nel >Top-Rope –
aumentano molto l’usura: nelle discese è
fortemente consigliabile una velocità costante
e moderata invece di una discesa veloce e
a strappi.
CONSIGLI PRATICI

Prima del primo utilizzo,
ogni nuova corda
deve essere svolta asola
per asola per evitare
gli attorcigliamenti.
››
Il “sacco corda” è il più
semplice e efficace
mezzo di protezione
dalla >sporcizia.
Svolgimento della corda – La prima volta
Al termine del processo di produzione la corda
viene avvolta, senza attorcigliamenti, in
una matassa, ed in tale stato viene anche distribuita.
Prima di utilizzarla per la prima volta,
bisogna aprire la matassa e svolgere la
corda, in maniera da escludere la comparsa di
attorcigliamenti. Per fare ciò occorre aprire la
confezione inserendo nella matassa entrambi
gli avambracci in opposizione, e ruotarli in
modo da far scendere il fine corda sul pavimento.
Quando la corda sarà completamente
aperta, riprenderla in mano, sfilarla metro per
metro per tutta la lunghezza e scuoterla per
togliere eventuali attorcigliamenti, ripetendo
l’operazione due o tre volte.
A questo punto la corda è pronta per il trasporto
o per essere inserita in un “sacco corda”.
E’ consigliabile effettuare le suddette
operazioni direttamente sul “sacco corda” o
in un ambiente pulito (ad es. appartamento),
in modo da proteggere fin da subito la corda
da un’inutile sporcizia.
Sacco corda – Protezione e trasporto
Per l’arrampicata sportiva il “sacco corda” è il
mezzo migliore per proteggere e trasportare
la corda. Un fine-corda viene fissato a un’asola
del sacco, e la corda viene introdotta
metro per metro. Il secondo fine-corda è libero
per essere usato, e per il trasporto viene
fissato alla seconda asola. Un altro vantaggio
del “sacco corda”: se il secondo fine-corda è
fissato al sacco (per esempio con un nodo
guida) non potrà scivolare per errore attraverso
la sicura in caso di corda troppo corta,
un’evenienza purtroppo non rara nell’arrampicata
sportiva.
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USO
Uso della corda nelle soste
In sosta, particolarmente su cascate (ma
anche su vie di roccia e con forte vento), è
importante che la corda non penda in grosse
asole, in modo da non impigliarsi tra rocce o
ghiacciuoli. I più esperti avvolgono la corda
una volta a destra ed una volta a sinistra della
propria sicura, sopra la coscia o un piede,
in modo da averne un continuo controllo. In
caso di cordata con unico capocordata è
importante far scorrere – dopo ogni tiro – l’intera
corda in modo da garantirne lo scorrimento
senza intoppi.
Tempo di recupero dopo una caduta
E’ consigliabile, in caso di caduta in arrampicata
sportiva, far riposare la corda per un breve
periodo. In caso di caduta più violenta è
bene far sempre riposare la corda e – se possibile
– annodarsi all’altro fine-corda: in tal
modo le fibre possono rigenerarsi senza
penalizzarne la durata. Un ulteriore consiglio
può essere – dopo una caduta in un passaggio
– di non rimanere appeso alla corda
ma di agganciarsi direttamente al rinvio.
Come condurre la corda
Condurre la corda in modo corretto diminuisce
l’attrito e garantisce un’arrampicata più
sicura. Bisogna evitare, laddove possibile, di
far passare la corda su >spigoli, in fessure o
dietro sporgenze; si potrebbe incastrare,
usurarsi oltremodo o rompersi in caso di
caduta. Rinvii intermedi posizionati con
attenzione possono prevenire tale problema.
E’ bene ricordarsi di allungare con fettucce i
rinvii lontani dalla linea ottimale: se, anche
così, non si riesce ad ottimizzare la conduzione
della corda, è consigliabile adottare –
soprattutto su vie con protezioni naturali – la
tecnica a mezza corda.
CONSIGLI PRATICI

Un attento utilizzo della
corda nelle soste su vie
con più tiri favorisce un
miglior >“handling”.

In caso di uso di corda
corta è vitale che venga
fissata nell’asola
dell’imbragatura.
››
In alcune situazione è
più sicuro calare il compagno
che scendere
entrambi in doppia.
La corda corta
Per passaggi facili, brevi e senza rischio di
caduta la corda può essere portata dai membri
della cordata sulle spalle. Per fare ciò,
ogni scalatore si avvolge una serie di anelli
“a tracolla”, bloccandoli mediante bulino e
moschettone a ghiera nell’asola dell’imbragatura.
Tale fissaggio evita che in caso di
caduta la corda si avvolga allo scalatore,
strangolandolo. La corda dovrà essere poi
svolta un anello alla volta, per evitare attorcigliamenti
o nodi. Usare la “corda corta” in
passaggi brevi e insidiosi è particolarmente
pericoloso per i non-professionisti: per loro il
consiglio è assicurarsi correttamente oppure
andare senza corda.
Discesa a corda doppia
Nella discesa a >corda doppia, su terreni
scalinati o con vento, esiste la possibilità che
la corda lanciata si fermi o si impigli; inoltre,
se buttata in modo sbagliato, potrebbero formarsi
dei nodi. Per evitare ciò, oppure anche
in caso di una doppia obliqua, si consiglia di
calare prima il compagno. In caso di discesa
con sicura a mezzo barcaiolo, prestare attenzione
che le corde scendano parallelamente
in modo che non si attorciglino.
Arrampicata a tre
Su vie lunghe – non di rado – le cordate sono
composte da tre alpinisti, con il capocordata
che recupera contemporaneamente i due che
seguono. Qualora vengano usate due corde
singole, il capocordata non dovrà mai far passare
entrambe le corde negli stessi punti di
rinvio, altrimenti un’eventuale caduta genererebbe
un pericoloso aumento della forza d’arresto.
Per cordate a tre si possono utilizzare
anche mezze-corde, ma mai corde gemellari.
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USO
Recupero della corda
E’ consigliabile recuperare la corda tirando la
parte a contatto (o più vicina) alla roccia, in
modo da evitare che il fine-corda possa essere
bloccato dall’anello di sicura.
Controllo e verifica della corda
Si consiglia di controllare la corda ad intervalli
regolari e comunque dopo sforzi particolari
(caduta di sassi, contatto con ramponi,
cadute, ecc.). Per fare ciò, far scorrere la corda
tra le mani, metro dopo metro, alla ricerca
di eventuali ingrossamenti, irrigidimenti o
altro, effettuando contemporaneamente un
controllo visivo. In caso di spessori diversi, di
punti particolarmente usurati o tagli nella
calza bisognerà sostituire la corda. Nel dubbio,
un negozio specializzato potrà aiutarvi
nella valutazione.
CONSIGLI PRATICI

Avvolgendo la corda con
il metodo Lap Coiling si
evitano attorcigliamenti.
Per recuperare la corda
senza problemi, il nodo
deve stare dalla parte
della roccia.
Controllare regolarmente
la corda con le mani
e con gli occhi.


Avvolgere la corda – un’asola a sinistra, una
a destra
Per trasportare la corda (senza sacco-corda) è
opportuno avvolgerla correttamente utilizzando
il metodo Lap Coiling. A propria discrezione,
è possibile impugnarla dalla metà, da
entrambi i capi o da un solo, e può venire
avvolta su una mano, sul collo o su una coscia.
Prestare attenzione a non avvolgerla in
anelli ma in asole, che pendano a sinistra e a
destra. Quando tutta la corda è avvolta, si
prende la matassa e si avvolgono due o tre
giri attorno alla sua metà: per bloccarli si fa
passare un’asola prima per “l’occhio” della
matassa e poi per la “testa” e – infine – si tirano
i capi-corda. Se si usa tale metodo con i
due capi della corda, la stessa potrà essere
trasportata come uno zaino. Al prossimo utilizzo,
per evitare di ritrovarsi con la corda
aggrovigliata, svolgerla facendola scorrere fra
le mani per tutta la sua lunghezza.
Lavare la corda – anche in lavatrice
La >sporcizia riduce la qualità di una corda
e ne limita la maneggevolezza. Se, nonostante
il sacco, la corda si sporca, è possibile
lavarla a mano con acqua tiepida nella vasca
da bagno o, addirittura, in una normale lavatrice.
Un lavaggio saltuario permette un miglior
>“handling” della corda e ne aumenta
la durata. Per non rovinare la corda, si raccomanda
di utilizzare un detersivo sintetico
delicato, di selezionare il programma delicato-
lana e di non centrifugare mai! Per asciugarla,
riporre la corda aperta in un luogo fresco
e al buio, non appesa.
Conservazione
Per rallentare >l’invecchiamento della corda,
riporla su una superficie piana in un luogo
fresco, asciutto ed al buio. Mai appendere
la corda ad un capo, eventualmente avvolgerla
con una fettuccia o cordino e appenderla
per quest’ultima/o. Evitare assolutamente di
far entrare la corda in contatto con prodotti
chimici, soprattutto acidi (ad es. batterie di
auto)!
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USO
EVITARE DANNEGGIAMENTI ALLA CORDA
Danneggiamenti da agenti
chimici
I rari casi in cui una corda si spezza sono
dovuti, oltre che a cadute su spigoli vivi, a
danneggiamenti con agenti chimici, in particolare
acidi. L’acido solforico delle batterie di
un’auto, in particolar modo, intacca le fibre di
una corda causandone la scomposizione.
Purtroppo un tale danneggiamento non è visibile
dall’esterno; il colore della calza cambia
solo in modo limitato anche se il nucleo è già
scomposto. Perciò una corda non deve mai
essere riposta vicino ad agenti chimici.
Il danneggiamento da solventi risulta particolarmente
difficile da valutare; per questo
motivo la metà-corda non dovrà mai essere
contrassegnata con pennarelli o simili.
Una corda è un bene di consumo. Ogni utilizzo, pertanto, ne diminuisce la durata. Anche la miglior
corda raggiunge – ad un certo punto – una condizione dove le riserve di sicurezza sono
troppo basse. Spesso però ha perso così tanto delle proprie caratteristiche che, già prima di raggiungere
questo limite, viene sostituita. Sollecitazioni estreme possono rendere parte o tutta
la corda inutilizzabile. Se il danneggiamento è limitato in prossimità di un fine-corda, la si potrà
tagliare ricordandosi, però, che in tale caso la marcatura di metà corda non è più corretta.
Per rendersi conto dello stato effettivo della corda e quanto, eventualmente, le riserve di sicurezza
siano state intaccate, è necessario valutare diversi fattori.
Sollecitazioni da caduta
Piccole cadute durante l’arrampicata sportiva
danneggiano la corda in misura limitata, tanto
da sopportarne centinaia. Anche cadute di
dieci o quindici metri non significano già “la
fine” di una corda, premesso che si sia stata
effettuata una sicura dinamica. Decisivi sono
sia il >fattore di caduta che la forza d’arresto.
Una grande caduta di fattore maggiore a
1, bloccata bruscamente, può ridurre notevolmente
le riserve di sicurezza di una corda. In
tale caso, potrà resistere ancora a cadute su
vie di arrampicata sportiva, ma potrà spezzarsi
su uno spigolo molto prima di una corda
nuova. Non dovrebbe essere più usata su
roccia o falesie con >spigoli accentuati,
mentre sono molti gli utilizzatori che sostituiscono
una corda dopo una caduta particolarmente
brusca.
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DANNEGGIAMENTI
Danneggiamenti meccanici
Spigoli vivi, caduta di sassi o una “piccozzata”
possono “ferire” in modo letale una zona
precisa della corda. Qualora la calza venga
danneggiata in modo che il nucleo diventi
visibile o addirittura che fibre del nucleo
risultino danneggiate, va senz’altro sostituita.
E´consigliabile una particolare cautela in
caso di utilizzo di corde singole, poiché non
sono >ridondanti (non vantano cioè una
sicurezza aggiuntiva).
Consigli pratici: Nel Top-Rope su ghiaccio può
succedere che la piccozza urti la corda; con
punte a mezzo tubo la corda può addirittura
venir tranciata. Per maggiore sicurezza potrà
essere fatto un nodo-guida a due metri dal
fine corda, facendo un secondo nodo-guida
nell’asola risultante e infilando quest’ultima
asola nel moschettone agganciato all’imbragatura.
La vecchia regola “non calpestare la corda” è
tutt’oggi valida, anche se dei danneggiamenti
sono possibili solo in casi particolari: non
calpestando la corda si evita – comunque – di
sporcarla inutilmente.
Attrito
L’attrito contro la roccia o quello prodotto dal
moschettone usura l’intera lunghezza della
calza. Il danneggiamento aumenta con la forza
della sollecitazione e con l’angolo dello
spigolo. I cristalli di quarzo presenti nel granito
e nell’arenaria comportano un’abrasione
maggiore del calcare; le rocce erose dall’acqua
sono più aggressive delle placche; la
sollecitazione durante la calata o la discesa a
corda doppia usura la corda più della normale
arrampicata. Un punto di riferimento: la
discesa a corda doppia comporta un’usura da
due a tre volte maggiore dell’arrampicarsi;
>calare o Top-Rope aumentano l’usura da 5
a 10 volte. L’attrito comporta la rottura di piccoli
>filamenti della calza, che diventa più
ruvida ed è soggetta a peeling, e ciò può comportare
una riduzione della maneggevolezza
ed un aumento dell’assorbimento di acqua.
Qualora la calza risulti usurata in modo tale
da rompersi in alcuni tratti o da rendere visibile
il nucleo, deve essere assolutamente
sostituita.
Consiglio pratico: la sollecitazione dovuta ad
attrito nella fase di calata è minore se la corda
passa tra due moschettoni. Qualora il punto
di rinvio si trovi dietro uno spigolo roccioso,
si consiglia di allungarlo con una fettuccia
in modo da evitare che la corda sfreghi su tale
spigolo.
EVITARE DANNEGGIAMENTI
Calore
Un danneggiamento particolare è quello causato
dal calore. Ciò può accadere se due corde
si sfregano tra di loro (per esempio con le
attrezzature per sicura in caso di brusche
cadute), o qualora – per errore – due corde
vengono passate nello stesso punto di sosta.
Tali conseguenze sono riconoscibili sulla
calza da tracce vitree-trasparenti o da bruciature
scure. In tali zone la corda diventa più
rigida, è più difficile da maneggiare ed è
meno performante. In caso di bruciature rilevanti
la corda va senz’altro sostituita.
In caso di calata troppo veloce il >freno
diventa così caldo che la corda può presentare
punti di bruciatura; è quindi consigliabile…
limitare la velocitá!
Attenzione in falesie molto frequentate: qualora
due cordate debbano usare lo stesso
punto di sosta, non devono assolutamente far
passare contemporaneamente le corde nello
stesso moschettone, in modo da evitare il
contatto. Una cordata dovrà far passare la
corda in un punto fisso del rinvio, eventualmente
aggiungendo due express contrapposti.
Anche le corde verso il basso non devono
incrociarsi.
Sporcizia
Una corda “sporca” comporta soprattutto una
diminuzione della maneggevolezza, rendendo
la corda più rigida, viscida e “attaccaticcia”.
Se la corda è molto sporca (a causa di olio,
grasso o catrame) e non si riesce a pulirla con
un lavaggio, si consiglia la sostituzione, e non
solo per un problema di natura estetico.
Particolarmente pericoloso è lo sporco dovuto
a polvere di granito e di sabbia; i cristalli di
quarzo possono erodere le fibre del nucleo e
diminuire la robustezza della corda, in modo
particolare nel calare e nel calarsi. Tale danneggiamento
è riscontrabile notando spessori
diversi e zone meno compatte.
Corde bagnate
Una corda bagnata è più pesante e più difficile
da maneggiare. Qualora congeli, anche le
performance ne risentono. Le corde ghiacciate
garantiscono solo la metà delle >cadute
normate superate da corde asciutte, e sono
particolarmente difficili da passare negli attrezzi
per sicura. Situazioni che possano creare
tali problemi sono i ghiacciai soleggiati, i
cambiamenti di tempo improvvisi e le cascate
dove l’acqua scorre sul ghiaccio.

Raggi UV
I raggi UV comportano un’alterazione dei
colori (che “sbiadiscono”) ed un aumento
dell’invecchiamento della corda. I raggi ai
quali una corda è sottoposta normalmente
influiscono relativamente sulla sua robustezza,
ma a lungo andare le fibre perdono però di
elasticità e la corda diviene più rigida.
Fettucce o cordini già in loco, particolarmente
sbiaditi, possono apparire pericolosi, ma in
pratica resistono alle sollecitazioni statiche.
Particolare attenzione dovrà però essere prestata
qualora vi siano zone danneggiate o con
tracce di bruciatura.

Attorcigliamento
Gli attorcigliamenti sono torsioni a forma di
spirale. Una corda con forti attorcigliamenti
risulterà più difficile da usare, e durante la
discesa in corda doppia potrà attorcigliarsi in
modo tale da impedirne il recupero. Alcune
corde sono più soggette a tale fenomeno, che
aumenta con l’invecchiamento. Spesso però
l’attorcigliamento è dovuto ad un uso non
appropriato. Ad esempio, avvolgere la corda
in forma anulare comporta un attorcigliamento,
così come la calata obliqua su >spigoli o
su moschettoni malmessi comporta una torsione
della corda. Un impiego attento eviterà
il sorgere di questo problema.
Consiglio pratico: fare attenzione che la corda
scorra in modo “pulito”, senza pieghe e
nella fase di avvolgimento usare la tecnica
Lap Coiling. Usando il mezzo barcaiolo le due
corde devono scorrere in modo parallelo. Per
togliere eventuali attorcigliamenti farla pendere
liberamente. Sfilare la corda diverse volte,
possibilmente su un punto di sosta, può
essere utile (attenzione che la corda venga
passata senza avvolgimenti).

DURATA DI UNA CORDA – QUANDO SOSTITUIRLA
Una piccola caduta durante un’arrampicata
sportiva può essere sopportata anche da una
corda vecchia. Su uno >spigolo vivo anche
una corda nuovissima può invece tranciarsi.
Conseguentemente, definire la durata di una
corda non è semplice, dipende infatti da periodo
e modo d’uso, >numero di cadute e da
altri fattori di indebolimento. Nell’uso da parte
del privato è il suo senso di responsabilità
che decide: se viene a mancare la fiducia in
una corda che presenta peeling o tracce non
uniformi, è meglio sostituirla o destinarla ad
altro uso (per esempio Top-Rope). Per gli utilizzatori
professionali risulterà utile redigere
una sorta di >diario.
Alcune indicazioni sulla durata di una corda
sono riportate nella seguente tabella:
Indipendentemente dall’uso che ne è stato
fatto, una corda dovrebbe essere sostituita
se:
1. è venuta a contatto con agenti chimici, in
particolare acidi
2. la calza è danneggiata ed il nucleo risulta
visibile
3. la calza è particolarmente usurata o presenta
un peeling molto accentuato
4. quando la calza scorre eccessivamente
sul nucleo
5. in presenza di particolari deformazioni
6. è stata sottoposta a particolari sollecitazioni
(per esempio brusche cadute con un
>fattore di caduta maggiore a 1)
7. è particolarmente sporca (grasso, olio,
catrame)
8. presenta bruciature dovute a calore o
attrito
Frequenza d’uso durata indicativa
mai al massimo 10 anni
uso raro: 1-2 volte all’anno fino a 7 anni
uso saltuario: 1 volta al mese fino a 5 anni
regolare: più volte al mese fino a 3 anni
frequente: ogni settimana fino a 1 anno
permanente: quasi giornalmente meno di 1 anno
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NORME
Le norme internazionali garantiscono che solo attrezzature sicure possono essere immesse sul
mercato. Ogni nostra corda non solo soddisfa le specifiche norme EN 892 e le ancor più rigide
norme UIAA, ma addirittura le supera. Ma quali sono le singole norme e quale significato hanno
i relativi simboli?
Conformità CE
Tale simbolo viene apportato dal produttore
sotto la propria responsabilità; non si tratta
di un vero e proprio marchio di qualità, ma
rappresenta una sorta di “passaporto” per la
libera circolazione all’interno della Comunità
Europea. Tale simbolo certifica che le norme
EN vengono rispettate e che il prodotto è certificato.
Il numero seguente la dicitura CE
indica il centro prove (per esempio CE 0123
Tüv corrisponde a Monaco di Baviera).
ISO
Nell’ISO (International Organization for
Standardization) sono raggruppati, a livello
internazionale, gli enti che hanno il potere di
emanare norme. La norma ISO 9001 definisce
per tutti i settori norme per il management di
qualità, garantendo parametri costanti per
prodotti e servizi. La certificazione viene
effettuata da enti esterni (per esempio il TÜV).
EN
Le norme EN sono previste specificatamente
per i prodotti ai quali devono essere associate.
Perciò oltre all’indicazione EN vi è sempre
il numero (ad es. 892 per le corde dinamiche).
I prodotti con tale simbolo devono essere
conformi alla norma ed aver superato i relativi
test, effettuati presso i più qualificati centri.
UIAA
Questo simbolo viene attribuito se il prodotto
soddisfa le norme UIAA. Tale ente
(l’Associazione Internazionale dei Club Alpini)
è il pioniere nella definizione di norme che più
si avvicinano alla realtà. Per questo motivo le
norme UIAA sono più severe di quelle EN.
Ogni corda Mammut soddisfa e supera tutte
le norme UIAA, anche le più recenti.
NORME
EN 892
COSA VIENE TESTATO
Cosa viene testato e come? E cosa significano
i risultati per le caratteristiche di una corda?
Peso per metro
Le corde singole classiche pesano da 60 a
85 grammi per metro, le mezze-corde circa
50 grammi e le corde gemellari circa 45 grammi.
Mammut, con la sua linea Challenge con
Coating Finish, propone corde particolarmente
leggere. La corda singola Infinity pesa
58 grammi con 7 cadute normate; la mezzacorda
Phoenix pesa 42 grammi e la corda
gemellare Twilight 38 grammi (con 2 cadute
normate su spigolo vivo!).
2 grammi in meno, per una corda da 50 metri,
si traducono in 100 grammi in meno nello zaino:
se si vuole, un tavoletta di cioccolata in
più oppure un po’ di fatica in meno!
Diametro
Il diametro di una corda viene misurato applicando
alla stessa un carico predefinito: è da
notare che alcune corde disponibili sul mercato
presentano forti divergenze fra i risultati
della misura e quanto indicato dal produttore.
Nella pratica il diametro non ha grande influenza:
è però importante verificare, in caso di
corde troppo sottili, la funzionalità di alcuni
freni o >bloccanti, che devono essere utilizzati
solo con una sicura aggiuntiva. Questo
per poter sfruttare al meglio i vantaggi di corde
che si contraddistinguono per la loro leggerezza
e per il loro minor attrito.
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NORME
Numero di cadute
E’ il punto cruciale dei test sulle corde.
Questa prova controlla il numero di cadute
normate massime sopportabili. Una caduta a
norma con >fattore di caduta 1,75 rappresenta
una sollecitazione estrema, difficilmente
riscontrabile nell’uso quotidiano; grazie
però alla severità di questo test viene garantita
una “riserva” di sicurezza.
Per il test viene fatto cadere un peso di
80 chili (per corde singole o gemellari) o di
55 chili (per mezze-corde): le corde gemellari
vengono testate in coppia mentre le singole e
le mezze-corde singolarmente.
La norma prescrive che le corde singole e
le mezze-corde debbano superare almeno
5 cadute, mentre le corde gemellari in coppia
almeno 12 cadute. Corde singole che reggono
da 5 a 9 cadute vengono anche chiamate
corde normate, corde con oltre 9 cadute
>corde multi-cadute.
Il numero di cadute è la misura diretta della
riserva di sicurezza della corda.
Una corda nuova non si rompe in caso di
caduta, premesso che sia in buone condizioni
e abbia uno scorrimento “pulito”. La capacità
di resistenza di una corda cala con:
>invecchiamento, abrasione, umidità e
soprattutto ghiaccio (che riduce il numero
delle cadute normate).
Forza d’arresto
La forza d’arresto è la forza massima che agisce
sul corpo durante una caduta normata,
mentre la corda – per mezzo del suo allungamento
– assorbe >l’energia prodotta dalla
caduta stessa. E’ il “metro” di misura della
“durezza” di una caduta.
Corde con un’alta forza d’arresto “scaricano”
sul corpo e sulla >catena di sicurezza maggiori
energie.
La forza d’arresto, nei test normati, non deve
superare i 1200 >daN per le corde singole e
gemellari e gli 800 daN (circa 800 kg) per le
mezze-corde.
La rilevanza agli effetti pratici è relativa, in quanto
tale test viene effettuato staticamente, cioè
con la corda fissata in modo da non poter scorrere.
Nella realtà quotidiana l’eventuale caduta viene
però sempre frenata in modo dinamico: inoltre
l’attrezzo di sicura (HMS, otto, ATC, o altro)
garantisce un certo scorrimento e l’imbragatura
stessa offre un’ulteriore effetto dinamico. Grazie
alla >sicura dinamica gran parte dell’energia di
caduta viene assorbita e la forza d’arresto viene
così ridotta. Prove effettuate da Mammut per
simulare le più comuni cadute in arrampicata
sportiva hanno dimostrato che, in presenza di
una sicura dinamica, la differenza tra due corde
con diversi valori di forza d’arresto si riduce
fortemente.
COSA VIENE TESTATO
Allungamento
L’allungamento della corda indica l’elasticità
della stessa se sollecitata staticamente.
Uno spezzone di corda, già sottoposto ad un
carico di 5 kg, viene sollecitato con ulteriori
80 kg: l’allungamento per le corde singole o
gemellari non può superare il 10%, per le
mezze-corde il 12%.
L’allungamento caratterizza prevalentemente
il comfort della corda nel >Top-Rope e nel
recupero di materiale in arrampicate tipo Big
Wall. È spiacevole dover sprecare molta più
energia a causa di un allungamento esagerato
oppure, dopo avere superato un passaggio
impegnativo con sicura dall’alto, riposarsi
appesi alla corda e ritrovarsi … sotto al punto
di partenza!
Agli effetti della sicurezza risulta importante
l’allungamento in caduta (vedi prossimo paragrafo),
in quanto incide direttamente su dove
si “atterra” (se nel vuoto oppure, ad esempio,
su una cengia). Esiste infatti una relazione tra
il valore dell’allungamento statico e la forza
d’arresto generata dall’allungamento dinamico.
Allungamento nella
prima caduta
Questo valore indica l’allungamento subito
dalla corda nella prima caduta normata. Il
valore massimo accettato per tale prova è del
40%. Questo valore è più significativo, per il
comportamento della corda, rispetto a quello
dell’allungamento statico. Con un valore molto
alto il pericolo di andare a “sbattere” è
maggiore. Tutte le corde Mammut, già oggi,
soddisfano le condizioni poste dalla rigida
norma EN di prossima introduzione.
Infatti, con valori tra il 28% e il 32%, si posizionano
nettamente al di sotto della soglia
massima consentita del 40%.
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NORME
Scorrimento della calza
Per realizzare questo test viene fatta passare
uno spezzone di due metri di corda per cinque
volte attraverso un particolare tester, capace
di sviluppare forti movimenti tra calza e
nucleo: la calza non deve scorrere più di
20 millimetri.
Qualora – nell’utilizzo – si verifichino spostamenti
tra calza e nucleo, la corda presenterà
rigonfiamenti e noduli; nel caso – invece – che
i fine corda non fossero stati saldati a regola
d’arte, calza e nucleo possono “staccarsi”.
Tuttavia – nelle corde moderne – il fenomeno
dello scorrimento è raro.
Annodabilità
Un nodo semplice viene caricato con una forza
di 10 >daN e poi rilasciato a 1 >daN.
Dopo tale prova il diametro interno della
“luce” del nodo non può superare di 1,1 volta
il diametro della corda.
L’annodabilità è un punto di riferimento per la
rigidità di una corda: corde “rigide” non permettono
di “stringere” il nodo così come
consentito da corde più “morbide”.
Bisogna però notare che il valore dell’annodabilità
dipende molto dalla cura della corda
e dalle situazioni atmosferiche.